Si chiama NAO il robot umanoide che veste i panni di Dante per aiutare i visitatori con disabilità e bambini ad attraversare il Purgatorio, negli spazi espositivi di Castel San Pietro a Verona.
Programmato con tutte le articolazioni di un essere umano e sensori, che lo rendono capace di dare feedback emotivi e spiegazioni, NAO ha debuttato lo scorso anno alla rassegna “Il mio Inferno”.
Ritorna quest’anno per “Il mio Purgatorio” con veste (gli abiti rossi del Sommo Poeta) e missione nuova, per la quale è stato preparato dagli studenti Chiara Giacomelli, Laura Mascalzoni, Shenal Fernando, Mattia Begali, Noemi Magaraggia, Aurora Savoia e Giacomo Santi affiancati da Giovanni Bellorio, professore di Informatica.
Il progetto Uma(no)idea2.0 ha l’obiettivo di far diventare il percorso accessibile a tutti, focalizzandosi sull’inclusione. I visitatori hanno a disposizione un tablet, sul quale è installata un’applicazione per il riconoscimento delle opere.
Attraverso la AR (realtà aumentata), basta inquadrare l’illustrazione che si ha di fronte per potere ascoltare la descrizione e contemporaneamente visualizzare sullo schermo l’immagine inquadrata, affiancata da box con testi e disegni realizzati dal team R32.
Appena il dispositivo riconosce l’immagine, invia un segnale che attiva NAO, rendendolo una guida lungo le sale espositive.